Il Ponte Delle Spie – Recensione

Credevo fosse ormai finito il tempo in cui, per condizionare l’opinione pubblica, il cinema americano sfornava film che facevano passare il messaggio: America: libertà=buoni / Russia: comunismo=cattivi. A farmi ricredere ci pensa Il ponte delle spie.

Regia di Steven Spielberg, sceneggiatura dei fratelli Coen e attore protagonista Tom Hanks, tre ottime premesse a garanzia che, i 140 minuti che stiamo per dedicare alla visione del film, non saranno certamente sprecati.

Come anticipato poco sopra, Il ponte delle spie (Bridge of Spies – USA 2015) ci riporta in pieno clima da guerra fredda con una trama, un’ambientazione ed una “morale” da classico film di spionaggio in piena regola.

Tratto da un fatto realmente accaduto, narra gli avvenimenti di una delle tante crisi sfiorate in quel periodo di tensione fra le due superpotenze.

Nel 1957, a Brooklyn, il pittore Rudolf Abel (Mark Rylance), viene arrestato dalla CIA con l’accusa di essere una spia del KGB. Per dare prova di democrazia all’opinione pubblica e al mondo intero, viene fatto un “regolare” processo. La difesa dell’imputato viene affidata all’avvocato James B. Donovan (Tom Hanks), al quale viene chiaramente detto da più parti (soci dello studio legale, giudice, CIA) che Il verdetto (colpevole) e la pena (di morte) sono già state stabilite e che il suo ruolo è solo quello di dare una parvenza di regolarità e giustizia all’evento.

Consapevole delle implicazioni che potrebbero derivare dalla condanna a morte di un cittadino russo, in quel periodo di tensioni, Donovan fa tutto ciò che è in suo potere per evitare la sedia elettrica al suo assistito, cercando di convincere tutte le autorità coinvolte che mantenerlo in vita può rivelarsi una mossa strategica in possibili circostanze future, attirando però su di sé e sulla sua famiglia l’odio e la rabbia dell’opinione pubblica.

Gli eventi infatti non tardano a premiare la sua lungimiranza.

Mentre sorvola i cieli della Russia, l’aereo spia U-2 del pilota Francis Gary Powers viene abbattuto e lui catturato e processato. Le trattative per far rilasciare il pilota-spia americano verranno affidate proprio a James B. Donovan che organizzerà uno scambio con la spia russa detenuta in America; sul Ponte di Glienicke denominato il “Ponte delle spie”. L’avvocato chiederà che venga anche rilasciato Frederic Pryor, uno studente americano di economia, arrestato per spionaggio dalla polizia della Germania orientale. Riuscirà a concludere questo doppio scambio?

Film che scorre e che si lascia guardare volentieri; ottime ambientazioni e fotografia che riesce a far calare lo spettatore nel clima che si respirava in quegli anni. La sceneggiatura sembra voler anche criticare la volubilità dell’opinione pubblica americana, pronta a condannare o osannare con troppa facilità.

                                   Evan

 

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